Quali contenitori per alimenti usare? Pro e contro di tutti

Preparare un pranzo da portare via o sistemare gli avanzi della cena può sembrare una banalità, ma dietro la scelta dei contenitori per alimenti non è semplice. Non si tratta solo di comodità o estetica: alcuni materiali sono più sicuri di altri!

Il vetro e plastica

Quando si parla di contenitori per alimenti, il vetro è spesso visto come la soluzione definitiva. È igienico, non trattiene odori né colori, può essere usato con qualsiasi tipo di alimento, caldo o freddo, acido o oleoso e non rilascia nulla di indesiderato nel cibo. In più, è riciclabile all’infinito. Tutto perfetto, se non fosse per il piccolo dettaglio del peso. Chi ha provato a portare un pranzo in vetro nello zaino sa bene quanto possa essere pesante

E poi c’è l’ingombro, che in una cucina già strapiena non aiuta. In poche parole: il vetro è una scelta eccellente, ma non sempre la più pratica. Se il vetro è il saggio un po’ ingombrante della situazione, la plastica è il tuttofare pratico. È leggera, resistente, occupa poco spazio e si adatta bene alla vita frenetica. Ma attenzione, non tutta la plastica è sicura quando si parla di alimenti.

Alcune tipologie sono più stabili di altre e non rilasciano sostanze anche in caso di contatto con cibi caldi o acidi. In genere, i contenitori pensati per uso alimentare riportano sigle identificative alla base, che indicano la composizione del materiale. Anche se non è necessario diventare esperti di codici, evitare quelli che non riportano alcuna informazione è già un buon inizio. E soprattutto, se un contenitore inizia a deformarsi o a opacizzarsi, forse è ora di salutarlo.

L’alluminio in tutte le sue forme

Molto presente in cucina, l’alluminio è spesso utilizzato in vari modi. Le vaschette, per esempio, sono comode e resistenti, ma tendono a reagire con alimenti acidi come pomodori, agrumi o salse a base di aceto. Questo contatto può favorire il rilascio di particelle di metallo nel cibo, soprattutto se le vaschette vengono riutilizzate o lavate. Una precauzione semplice è quella di mettere un foglio di carta forno tra l’alimento e la superficie in alluminio. Così facendo si riduce il rischio senza dover rinunciare alla praticità.

Spesso usata per avvolgere qualsiasi cosa, la carta stagnola sembra essere la soluzione universale. E invece, anche qui ci sono limiti. Se entra in contatto con cibi molto acidi o se rimane in frigo per giorni, può degradarsi e cedere sostanze indesiderate. Il classico esempio del mezzo limone lasciato avvolto in stagnola per una settimana andrebbe evitato, meglio usare un contenitore adatto o coprirlo con qualcos’altro. Anche il tempo fa la sua parte in quanto qualche ora non è un problema, ma diversi giorni sì.

Contenitori per alimenti in plastica?

Anche la pellicola, regina incontrastata del “copri e conserva”, ha le sue regole. Quelle più moderne, in polietilene, sono abbastanza sicure per la maggior parte degli usi. Le vecchie versioni in PVC, invece, possono cedere sostanze non gradite soprattutto quando entrano in contatto con cibi grassi. Per non sbagliare, basta dare un’occhiata alle indicazioni sulla confezione: di solito sono chiare e indicano per quali alimenti è consigliata l’applicazione. In ogni caso, meglio non usarla direttamente su piatti caldi appena tolti dal fornello.

Per chi cerca un approccio più ecologico, esistono i fogli in cera d’api. Si modellano con il calore delle mani, sono riutilizzabili e ideali per avvolgere pane, formaggi, frutta o verdura. Non vanno usati con carne o pesce crudi, ma per tutto il resto fanno un ottimo lavoro. Si lavano con acqua fredda e durano a lungo, a patto di non esporli al calore diretto. Un piccolo investimento iniziale che può aiutare a ridurre l’uso di plastica e stagnola, con un occhio di riguardo all’ambiente.

In fin dei conti, non esiste un materiale perfetto valido per ogni situazione. Ogni alimento ha le sue esigenze, così come ogni stile di vita richiede soluzioni diverse. Quel che conta è conoscere le caratteristiche dei materiali, usarli con un po’ di buon senso e magari leggere quelle etichette che troppo spesso ignoriamo. Così facendo, si può mangiare in modo più sicuro, ridurre gli sprechi e magari evitare qualche piccolo errore di cui ci si accorge solo quando è troppo tardi.

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