A Copparo, è nata una nuova pasta fresca: si chiama Copparetto ed è pronta a sfidare il cappelletto. Proprio così: questa pasta è stata ideata da Matteo Tassinari, ed è pronta per arrivare nelle botteghe, ma non è escluso che possa allargarsi anche ai menù dei ristoranti. È un giorno in effetti storico, qualora il prodotto dovesse scatenare l’interesse inizialmente dei local e in seguito dei turisti. Ma come è nata l’idea di questa pasta fresca e soprattutto come è composta? Andiamo a scoprirlo insieme.
Cos’è il Copparetto, che sfida il cappelletto
Il Copparetto è nato a Copparo, in provincia di Ferrara: siamo in Emilia Romagna, la patria della pasta fresca nel mondo. Qui tortellini e cappelletti sono praticamente una religione, ma adesso arriva un lontano cugino pronto a conquistare la scena. Sì, perché è nato un nuovo tipo di pasta: si chiama Copparetto. L’ideatore è Matteo Tassinari, gastronomo e alimentarista, copparese purosangue, così viene descritto, presidente dell’associazione “Antichi Sapori – I amig ad Keto”.

Come è nato il Copparetto
Il Copparetto si caratterizza per essere diverso dal cappelletto e dal tortellino per il ripieno, in cui è presente la famosa salama da sugo ferrarese, un sapore decisamente forte rispetto alle altre carni dei ripieni tradizionali. Spiega lo stesso Tassinari: “Epperò, da questo punto di vista mi sono in qualche modo un poco premunito. Difatti, nel ripieno del Copparetto, oltre alla salama, aggiungo carne dolce e magra come può essere la scottona, parmigiano, patate e noce moscata. Intanto vorrei ringraziare il Comune che ha assegnato al Copparetto la Deco, la Denominazione Comunale di Origine”.
L’idea è praticamente nata tra le mura di casa, e intanto, grazie al riconoscimento da parte del Comune, il prodotto è pronto per essere commercializzato e immesso sul mercato. “Non certo nella grande distribuzione, cioè centri commerciali e supermercati, ma inizialmente nelle botteghe che lo vorranno, e sfruttando anche il passaparola, che in queste cose è sempre molto importante. Adesso siamo nella fase in cui cerchiamo di far conoscere il prodotto, che credo possa avere un futuro di successo. Perché potrebbe incontrare il favore dei palati dei tanti, tantissimi appassionati delle nostre tavole”.
Cos’è la salama da sugo, la protagonista del piatto
Di certo, la grande protagonista del piatto è lei: la salama da sugo, conosciuta anche come salamina da sugo. È un salame molto particolare, composto dalle carni di maiale, ed è tipico della provincia di Ferrara. Alla salama sono stati riconosciuti i marchi IGP e DOP.
La storia di questo piatto è antichissima, tanto che ci porta al 1549, anno in cui è stato descritto il metodo di preparazione nel libro Banchetti, composizioni di vivande e apparecchio generale.
Questo prodotto ha un sapore sicuramente forte rispetto ad altri, e il motivo è spiegato: si macinano diverse parti del maiale, tra cui la coppa del collo, il guanciale e la coppola magra, che deriva dalla rifilatura della coscia. In piccole percentuali può essere presente anche lingua e fegato, e nella ricetta di oggi naturalmente tutto viene insaporito con sale, pepe e noce moscata. È possibile trovare anche delle aggiunte di spezie, tra cui chiodi di garofano e cannella. La prima ricetta che risale effettivamente al Settecento è di don Domenico Chendi, parroco di Tresigallo.
La cottura tradizionale è naturalmente fuori discussione per i tempi molto lunghi, ma oggi la salama da sugo precotta si trova al pari di altri prodotti territoriali, tra cui lo zampone di Modena, il cotechino o lo stinco di maiale. Così, il Copparetto sfida il cappelletto a tavola. Una nuova pasta fresca da provare assolutamente e, chissà, potrebbe essere il futuro delle ricette regionali del territorio.